Ecobonus e Sismabonus costituiscono due importanti strumenti fiscali che hanno consentito di incentivare la riqualificazione dei nostri immobili e la messa in sicurezza di case esposte ad alti rischi sismici.
Ma il nuovo “Decreto Rilancio” promette un ritorno ancora più interessante per i contribuenti: un credito di imposta del 110% sui lavori strutturali di riconversione energetica e messa in sicurezza degli immobili e di interventi collegati. Uno sconto fiscale superiore alla spesa, che potrà anche essere sfruttato come sconto immediato in fattura, traducendosi così in un costo pari a zero.
Secondo quanto stabilisce la norma, a partire dal prossimo 1 luglio e per 18 mesi, Ecobonus e Sismabonus stabiliti al 65% e 50%, saranno potenziati al 110% e includeranno anche altri lavori minori: dal restauro delle facciate, all’installazione di impianti casalinghi fotovoltaici per la produzione di energia rinnovabile, fino alla sostituzione di finestre e infissi, purché eseguiti contestualmente a interventi strutturali.
Obiettivo della manovra, uno switch del Paese nella crescita sostenibile, facendo della sostenibilità ambientale la spinta per l’economia.
Ecobonus e Sismabonus: cosa sono
L’Ecobonus, istituito dalla legge 296/2006 e successivamente oggetto di modifiche fino alla legge 205/2017 (Legge di Bilancio 2018), è una detrazione Irpefriconosciuta ai contribuenti che effettuano lavori in casa o in parti comuni dello stabile dove questa è ubicata. Può variare dal 50 al 70%, a seconda del risultato ottenuto e del miglioramento delle prestazioni energetiche dell’immobile, ed è una riduzione delle imposte che si suddivide in parti uguali su 10 anni.
Il Sismabonus è invece la detrazione Irpef riconosciuta a chi effettua lavori finalizzati a migliorare le prestazioni antisismiche di un immobile. Può arrivare all’85% delle spese sostenute nel caso in cui gli interventi determinano il passaggio a due classi di rischio inferiori e viene corrisposto in rate di pari importo per 5 anni.
Chi ha diritto al superbonus edilizio
Seconda quanto si legge nella prima bozza del nuovo Decreto, gli incentivi spettano per i lavori effettuati da persone fisiche, condomìni, Istituti autonomi di case popolari (Iacp) dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021, da suddividere in 5 rate di pari importo recuperabili in 5 anni con l’abbattimento delle imposte sul reddito.
Nuova norma per sconto in fattura e cessione del credito
Lo sconto in fattura, previsto dal decreto Crescita (D.L. n. 34/2019) e successivamente abrogato dalla legge di Bilancio 2020 che lo ha limitato agli interventi di primo livello eseguiti sulle parti comuni degli edifici condominiali di importo pari o superiore a 200.000 euro, è al vaglio con l’introduzione di un nuovo meccanismo.
Con molta probabilità, il credito potrà essere ceduto all’impresa che effettua i lavori con uno sconto in fattura del 100%, quindi con una spesa pari a zero: questa a sua volta potrà recuperarli in 5 anni dalle tasse, oppure potrà decidere di cedere il credito a terzi e, novità, anche alle banche e per un numero illimitato di volte, così da non trovarsi mai senza liquidità.
L’obiettivo è creare un volano che alimenti l’edilizia e il risparmio energetico nelle case, impattando positivamente sui costi delle famiglie e sulla sostenibilità ambientale.
Le soglie di detrazione
L’agevolazione fiscale riguarderà lavori:
fino a 60.000 euro per unità immobiliari per interventi di isolamento termico;
fino a 30.000 euro per unità immobiliari per interventi sulle parti comuni degli edifici e sulla climatizzazione;
fino a 10.000 euro per unità immobiliare per interventi sulle caldaie a gasolio (classe minima A);
fino a 48.000 euro, o 2.400 euro per Kwh di potenza nominale, per gli impianti fotovoltaici.
Un mutuo per alleggerire la spesa dei lavori
Quelli relativi all’efficientamento energetico di un immobile o alla sua messa in sicurezza, sono spesso lavori impegnativi che comportano l’investimento di somme importanti. Se non si dispone della liquidità necessaria, ricorrere a un mutuo è la soluzione più giusta: una spesa che ripagherà nel tempo con una riduzione dei consumi e del rischio, strategica in questo momento grazie ai tassi dei finanziamenti, ormai ai minimi storici.
Nonostante l’aumento dello spread e la crisi generale del sistema, trovare un mutuo ristrutturazione a tasso fisso di gran lunga inferiore all’1% è diventato facile se si valutano le migliori offerte.
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